UN FENOMENO GEOLOGICO SEMPRE PIU’ CONSIDERATO: GLI OCCHI POLLINI

Gli Occhi Pollini sono cavità presenti nei depositi alluvionali e nel conglomerato (“Ceppo”), riconosciute come il risultato della dissoluzione della componente carbonatica di detti depositi e dell’asportazione di particelle fini da parte delle acque circolanti nel sottosuolo (erosione sotterranea, suffosione o “piping”). Le cavità sono note principalmente per gli effetti prodotti in superficie, quali cedimenti e formazione di piccole doline; esse possono avere estensione variabile da qualche decimetro a svariati metri, e possono così portare a cedimenti differenziali di strade ed edifici, a franamenti e alla perdita incontrollata di fluidi e malte cementizie in cantiere nelle fasi di preforazione/consolidamento.

Queste cavità sono strettamente connesse con la struttura geologica e idrogeologica locale, nonché con la circolazione idrica prodotta da infrastrutture antropiche (ad esempio pozzi perdenti, reti fognarie ed acquedottistiche), e sono particolarmente diffuse nell’Alta Pianura Lombarda.

Per individuare gli Occhi Pollini vengono utilizzate combinazioni di indagini, da quelle dirette (sondaggi, prove penetrometriche statiche o dinamiche, ecc..) a quelle indirette (geofisica, quale geoelettrica o sismica in foro). Nessuno dei metodi ad oggi utilizzati consente però di individuare e circoscrivere queste cavità preventivamente e in maniera sufficientemente precisa, tale da consentire la prevenzione dei cedimenti per l’edificato esistente o supportare la progettazione/realizzazione di nuove infrastrutture.

Da poco meno di un decennio TETHYS si sta direttamente occupando di Occhi Pollini, in particolare in relazione ad alcuni importanti progetti autostradali e ferroviari che si sviluppano del tutto o parzialmente nel sottosuolo brianteo. Disponendo di un numero di dati senza precedenti in questo complesso territorio, è stato possibile affrontare il problema in maniera esauriente. Ciò ha permesso di rilevare importanti relazioni tra alcuni parametri geotecnici e la presenza di zone a bassa resistenza nel territorio monzese, tenendo conto anche dei moti di filtrazione della falda (gradienti critici).

È emerso dalle prospezioni geognostiche eseguite e dalla conseguente modellazione concettuale che gli Occhi Pollini possono manifestarsi secondo un complesso sistema di cavità interconnesse che si distingue per la profondità raggiunta (da poco sotto al piano campagna fino a circa 30 m in alcuni casi) e per la sua grande estensione, del tutto ignota precedentemente. Si è inoltre evidenziato come le cavità raramente risultino vuote: al loro interno può essere infatti presente materiale crollato dalla volta (comprendente anche ghiaia o ciottoli) o più frequentemente un riempimento di materiale fine (in prevalenza limo) caratterizzato da un bassissimo grado di addensamento.

Essendo il fenomeno quanto mai vario nella sua manifestazione, esso non risulta circoscrivibile preventivamente in quanto le indagini non forniscono esiti interpretabili univocamente.

Per questa ragione si è abbandonato l’approccio deterministico, virando verso quello probabilistico, molto più utile ai fini pratici previsionali. Negli ultimi anni sono dunque state messe a punto alcune metodologie di analisi di rischio via via più accurate, attraverso analisi GIS sempre più complesse.

Sulla base dell’ampia esperienza acquisita in campo, è stato infatti possibile notare come l’innesco dei fenomeni di erosione sotterranea che portano alla formazione degli Occhi Pollini è strettamente legato ad alcuni fattori predisponenti, alcuni più prettamente geologici (profondità ed età dei conglomerati, alterazione dei depositi fluvioglaciali soprastanti i conglomerati), altri idrogeologici (permeabilità e capacità di drenaggio dei terreni, presenza della falda acquifera o di falde sospese, di corsi d’acqua o di reti idriche interrate), parametrizzabili ed analizzabili adeguatamente in ambiente GIS, sia in pianta che lungo sezioni geologiche/profili realizzativi.

In questo senso è stato determinante verificare come la presenza degli Occhi Pollini risulti il fenomeno ultimo e più eclatante di un diffuso stato degenerativo dei depositi alluvionali o del conglomerato in alcune specifiche unità geologiche, principalmente rilevabile grazie alla scarsa resistenza all’avanzamento delle sonde penetrometriche (solitamente le cavità sono distinguibili per una resistenza nulla o quasi nulla). Notando come frequentemente al disopra e nelle vicinanze delle cavità accertate i terreni presentino cadute di resistenza, si è compreso come l’instaurarsi di importanti fenomeni di “detensionamento” nel terreno circostante possano rappresentare campanelli di allarme per prevedere la presenza dei vuoti stessi.

Segnaliamo come anche gli Enti Locali negli ultimi anni abbiano effettuato passi avanti nel dare la giusta importanza al fenomeno, attraverso la realizzazione di studi mirati alla loro identificazione (ora è previsto dal PTCP di Monza e Brianza – art. 8 – che i Comuni debbano affrontare l’argomento all’interno dei PGT) e, in ultimo, alla rappresentazione del fenomeno attraverso carte di suscettibilità (cfr. tavola 8 “assetto idrogeologico” del PTCP della Provincia di Monza e della Brianza).

 

Link utili:

articolo 2015 tecnici Tethys:

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/periodici-tecnici/memorie-descrittive-della-carta-geologica-ditalia/memdes99/memdes_99_lorenzo.pdf

carta della suscettibilità agli Occhi Pollini (Provincia MB):

https://www.provincia.mb.it/export/sites/monza-brianza/doc/mandato2009_2014/consiglio_decisioni/Delibere/2013/PTCP/ALLEGATO_D_5._08T_F6.pdf

carta della suscettibilità agli Occhi Pollini (Portale cartografico Regione Lombardia):

https://www.cartografia.servizirl.it/viewer32/index.jsp?parameters={%27srsWkid%27:32632,%27serviceLMOperator%27:%27include%27,%27widgetVisible%27:%27Gestisci%20contenuto%27,%27servicesLM%27:[{%27wkid%27:32632,%27queryAndZoom%27:null,%27servicename%27:%27%27,%27servicehost%27:%27%27,%27type%27:%27ESRI:AGSD%27,%27label%27:%27Suscettivit%C3%A0%20al%20fenomeno%20degli%20occhi%20pollini%20nel%20territorio%20di%20Monza%20e%20della%20Brianza%27,%27layerDefinitions%27:[],%27visible%27:%27true%27,%27url%27:%27http://www.cartografia.servizirl.it/expo/rest/services/gpt/Grado_suscettivita/MapServer%27,%27docuuid%27:%27{46D1C88F-BEC2-4B23-8293-BA0F095FF686}%27,%27layerId%27:0,%27alpha%27:0.7}]}

studi a scala provinciale (Provincia di Monza e della Brianza)

https://www.provincia.mb.it/opencms/Temi/pianificazione-territoriale-e-parchi/pianificazione-territoriale/difesa-del-suolo/il-fenomeno-degli-occhi-pollini/